Di Silvia Lo Vetere
(Serata cineforum TEMPI MODERNI, Casa della Psicologia, organizzato da O.P.L., 1 marzo 2019)
Bellissimo film di Edoardo De Angelis: drammatico, commovente e infine, diciamo, a lieto fine. Un film che si presta a molteplici letture. Anche in virtù del fatto che è ambientato a Castelvolturno, in un contesto così estremo di degrado, di squallore, di sfruttamento, da suscitare un interesse oltre che psicologico, quasi antropologico. In un contesto dove le straordinarie protagoniste, Viola e Dasy, nate attaccate per il bacino, ora diciottenni, lottano per diventare due individualità separate.
Le riflessioni che qui seguono, riguardano per l’appunto la crescita. In particolare, come i temi della crescita si declinano in questa sorta di favola drammatico-grottesca. Nella quale però possiamo ritrovare talvolta anche ostacoli simili in storie vere, particolarmente sfortunate. Laddove i contesti familiare e sociale rendono particolarmente difficili e rischiosi i percorsi interni e reali di accesso a una individualità adulta capace di prendere posto nel mondo.
Come accade sempre, anche nella storia delle due protagoniste Viola e Dasy, è il desiderio a sollecitare la spinta alla crescita. (…)